DONNA E’
di Raffaella De Nicola
Potremmo rappresentarla come un infinito passato presente futuro o come cattedrale dell’umanità, o ancora come una sfida vorticosa che ribalta il cielo con la terra.
Energia primitiva, creatrice, forza potente, istintuale, genitrice.
Donna è.
Dalla dea Terra, agli ex voto, alle prefiche del I. sec. a.C. del MuNDA, il Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila, alle Madonne medievali, alle popolane la figura della donna è protagonista nella letteratura, nella poesia, nella storia dell’arte, in qualsiasi manifestazioni della potenza creatrice dell’umanità. Associata, nell’iconografia antica, alla fecondità, la donna è Madonna nelle immagini medievali. La distanza fra sacro e reale si assottiglia di fronte alle Madonne Lactans, a quel gesto, il più antico del mondo, della Madonna che allatta avviando il percorso della vita. La Madonna scende nella quotidianità, si avvicina, è il momento più alto dell’umanizzazione del sacro, il potere apotropaico assegnato alla divinità con volto e gesti umani. La donna prega, la vediamo inginocchiata nella visualizzazione sfumata dei tempi che ci hanno preceduto, di fronte all’immagine sacra, si riconosce, appaga il suo bisogno infinito di consolazione.
E poi il lungo corso dell’Umanesimo e del Rinascimento , la conquista della realtà, passando per Caravaggio che, contro ogni convenzione, sgancia la donna dal trascendente per rappresentare la periferia umana, donne di strada per le Madonne, come quell’Anna Bianchini, prostituta di Siena e figlia di prostituta, che prestò il suo corpo a molte delle tele del pittore e, probabilmente, morta suicida affogando nel Tevere ad appena venticinque anni.
Abissi e grazia, aspetti emozionali , introspettivi in corpi femminili seducenti e sensuali.
Ma per andare oltre bisogna guardare indietro, all’origine, ai silenzi che attraversano le donne, gli abissi, le energie cosmiche della procreazione che mai finisce, un viaggio all’inverso per risalire alla madre delle madri che ogni donna contiene. Lo sapeva bene Gustav Courbet con “l’origine del mondo” del 1866 che, fra scandalo e polemiche, pone una provocazione dello sguardo che arriva fino ad oggi se anche l’algoritmo di facebook lo ha rimosso come opera pornografica.
Ma la donna è, senza lei niente esisterebbe. Con il suo mondo, un mondo a sé, incontenibile, immenso, profondo, non mercificabile con mimose, ricorrenze o retorica, non comprimibile fra mani contratte di uomini violenti.
E poi il lungo corso dell’Umanesimo e del Rinascimento , la conquista della realtà, passando per Caravaggio che, contro ogni convenzione, sgancia la donna dal trascendente per rappresentare la periferia umana, donne di strada per le Madonne, come quell’Anna Bianchini, prostituta di Siena e figlia di prostituta, che prestò il suo corpo a molte delle tele del pittore e, probabilmente, morta suicida affogando nel Tevere ad appena venticinque anni.
Caravaggio: Marta e Maria Maddalena
Abissi e grazia, aspetti emozionali , introspettivi in corpi femminili seducenti e sensuali.
Ma per andare oltre bisogna guardare indietro, all’origine, ai silenzi che attraversano le donne, gli abissi, le energie cosmiche della procreazione che mai finisce, un viaggio all’inverso per risalire alla madre delle madri che ogni donna contiene. Lo sapeva bene Gustav Courbet con “l’origine del mondo” del 1866 che, fra scandalo e polemiche, pone una provocazione dello sguardo che arriva fino ad oggi se anche l’algoritmo di facebook lo ha rimosso come opera pornografica.
L’origine del mondo – Gustave Courbet
Ma la donna è. Senza, niente esisterebbe. Con il suo mondo, un mondo a sé, incontenibile, immenso, profondo, non mercificabile con mimose, ricorrenze e retorica, non comprimibile fra mani contratte di uomini violenti.
Tutte le opere d’arte, eccetto caravaggio e Courbet, sono al Museo Nazionale d’Abruzzo – MuNDA – L’Aquila.
In copertina Natività della Vergine , Francesco da Montereale, post 1531